Guida alla Riserva
La Nostra Storia
Dove oggi ammiriamo una zona umida di elevato interesse naturalistico, in passato si estendevano coltivazioni cerealicole di proprietà del Monte dei Paschi di Siena, acquistati dalla Società Solvay Italia S.p.a. per la realizzazione di un bacino a valenza industriale, realizzato tra il 1958 e il 1960, allo scopo di ottenere una riserva idrica di acqua dolce da impiegare nelle lavorazioni chimiche del vicino stabilimento di Rosignano Solvay.
Il bacino idrico è nato dallo sbarramento, per mezzo di una diga realizzata completamente in argilla, del fiume Fine la cui sorgente è sul rilievo Poggio alla Nebbia, localizzato nella regione settentrionale della dorsale Chianni-Riparbella, precisamente al confine tra Chianni e Casciana Terme, a circa 10 km di distanza dal Lago di S.Luce. A valle del lago, il Fine riprende il suo corso naturale per sfociare in mare in Località Pietra Bianca (Vada).
L’ invaso è alimentato oltre che dal fiume Fine anche da altri tre corsi d’acqua: il torrente Sabbiena, il Botro dei Rotini e il Botro dei Riseccoli, tutti situati nella parte orientale del lago. Il prelievo idrico da parte della Società Solvay avviene tutto l’anno e regolato da accordi stipulati con la Regione Toscana.
Il primo riconoscimento normativo a tutela del lago risale al 1992, quando nasce l’Oasi Lipu di Santa Luce, da un accordo fortemente voluto dalla Società Solvay ( a tutt’oggi proprietaria del lago ). Negli anni si susseguono designazioni sempre più importanti a protezione di questa zona umida, fino al 2016 quando viene istituita la Riserva regionale lago di Santa Luce e designata la Zona Speciale di Conservazione ( ZSC ), ai fini di Rete Natura 2000.
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L'Impegno Ambientale

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Il Valore del Lago
Il Lago di Santa Luce è una zona umida e Riserva regionale, nonché Sito Natura 2000 (Zona Speciale di Conservazione ai fini della Direttiva Habitat), per il grande valore che riveste nella conservazione di habitat e specie animali e vegetali. Rappresenta un habitat di elezione per la presenza di circa 200 specie di uccelli e un importante sito lungo la rotta migratoria.
Dal monitoraggio ambientale svolto annualmente dalla Lipu sono state segnalate specie di rilievo quali il Tarabuso (Botaurus stellatus), il Falco pescatore (Pandion haeliatus), il Biancone (Circaetus gallicus), la Gru (Grus grus), la Cicogna bianca (Ciconia ciconia), l’Airone rosso (Ardea purpurea), la Moretta tabaccata (Aythya nyroca), il Nibbio bruno (Milvus migrans).
Quest’area protetta si estende per 525 ettari, nel paesaggio tipico toscano, mantenendo ad oggi la sua vocazione originaria di bacino artificiale ancora attivo, di proprietà della Società Solvay Chimica Italia.
Alla Riserva naturale lago di Santa Luce si possono effettuare diversi tipi di attività come escursioni e visite guidate, laboratori, corsi e serate a tema, che la Lipu organizza durante tutto l’anno, per avvicinare e sensibilizzare il pubblico ai temi della cultura ecologica e del rispetto e cura della Natura.
La sua biodiversità
Immersa tra colline e campi coltivati, la Riserva naturale si estende per 525 ettari, inclusa la ZSC ( Zona Speciale di Conservazione ), comprendenti il lago (105ha), la fascia perimetrale caratterizzata da una lussureggiante vegetazione acquatica, i campi coltivati e parte del fiume Fine.
La vegetazione ripariale è caratterizzata da boschetti di salice, tamerice, pioppo ed olmo, arricchiti da fitti tratti di macchie e siepi di rovo, prugnolo, sanguinella, biancospino e rosa canina, ginestre, gladioli, muscari, sonchi ed orchidee selvatiche.
Nella parte meridionale incontriamo piccoli boschetti sempreverdi di alaterno e lentisco, circondati da prati incolti.
Nella Riserva sono 200 le specie osservabili lungo l’arco dell’anno. Ogni stagione ha i suoi protagonisti.
In inverno il lago si popola di anatre multicolori quali moriglioni, alzavole, germani reali, fischioni, di aironi come la garzetta, l’airone bianco maggiore, abili ed eleganti nelle loro tecniche di caccia, così come il falco pescatore, senza rivali nel catturare i pesci, mentre i cormorani danno spettacolo la sera ai dormitori notturni.
In estate i canneti si popolano di uccelli piccoli e poco appariscenti, ma dal canto inconfondibile come usignoli, cannareccioni e cannaiole, mentre i tipici nidi “a fiasco” del pendolino ondeggiano sulle tamerici. L’airone rosso e il tarabusino occupano anche loro i canneti per la nidificazione, ma sono più elusivi. Al mattino è facile incontrare il gheppio, la poiana in perlustrazione sui campi, oppure la sagoma del falco di palude mentre sorvola i canneti. La notte, invece, entrano in azione il barbagianni, la civetta e gli altri notturni. Ma la stagione in assoluto più spettacolare resta la primavera: le colline in fiore fanno da scenario alle parate nuziali dello svasso maggiore, simbolo della Riserva. Anche i migratori compaiono sul lago, aironi come la nitticora, limicoli come il cavaliere d’italia e il piro-piro piccolo. Non mancano all’appello le specie di bosco quali il rumoroso picchio verde ed il torcicollo ed i più comuni pettirosso, fringuello, merlo e scricciolo, che trovano rifugio nei boschetti e tra le folte siepi di biancospino, rovo e prugnolo.
In un ecosistema come quello del lago vi è un una grande diversità biologica, di cui il processo di adattamento risulta esserne lo strumento modellatore. Numerosissime le presenze di insetti: dalle eleganti libellule alle coloratissime vanesse, dalle grandi sfingi notturne alle specie acquatiche come la notonetta. Anche rettili e anfibi sono presenze costanti: dal comunissimo biacco, alla più elegante natrice dal collare, al coloratissimo rospo smeraldino.
Fra i molluschi spicca l’anodonta, un grosso bivalve che raggiunge anche i 10 cm. di lunghezza e che abita le anse sabbiose del lago, le cui acque sono ricche anche di numerose specie di pesci, tra cui cavedani, tinche e lucci.
Più schivi e crepuscolari, i mammiferi sono rappresentati da istrice, riccio, volpe, gatto selvatico le cui sagome si possono scorgere di quando in quando sui pendii delle colline mentre scendono al lago per bere.

